Se ci siano o no forme di vita oltre la nostra è qualcosa che l'essere umano si chiede da sempre. A più riprese e in modi diversi ha provato ad entrare in contatto con mondi alieni. Libri, film e canzoni ci raccontano questa fantastica possibilità, mostrando contemporaneamente la nostra paura e la nostra speranza di conoscere "l'altro".


Qualche tempo fa ho sentito alla radio di una nuova iniziativa in merito, che potrebbe permettere con poca spesa a chiunque di noi, di inviare messaggi multimediali nello spazio. Grazie all'utilizzo di tecnologie avanzate si possono condividere nell'universo video, foto, idee e pensieri seguendo pure il count down del lancio.
L'evocativo nome di tale servizio è Star Bottle.

Mi è sembrata una cosa incredibile ed al contempo buffa. Cosa abbiamo bisogno di dire a qualcuno che non sappiamo se esiste o meno e soprattutto, perché vogliamo comunicare con gli extraterrestri quando a volte non sappiamo farlo coi nostri simili o con noi stessi?

Scorrendo la newsletter di una persona che conosco ho letto una cosa che ha attratto la mia attenzione. Parlando di anniversari, progetti, doni e libri, ha scritto di quanto fosse dispiaciuta di non avere più un testo dal titolo "Dal cosmo alla cosmesi" perché prestato e mai più restituito.
Che incredibile coincidenza!
Ma pensa te, quel libro è lo stesso che lei mi aveva regalato anni fa!
Magari ne avrà avuta un'altra copia, che poi ha dato ad un'ingrata persona, la quale se l'è tenuto. Succede.
Oppure...sta a vedere che...no, non era un regalo ed io ho frainteso!
Mmmhhh, quindi vuoi dire che si sta riferendo proprio proprio proprio a me?
E non bastava un banale messaggino su whatsapp?

Ne è passato di tempo dai segnali di fumo e dai piccioni viaggiatori, visto che oggi riusciamo a parlare anche con gente di lingua diversa dalla nostra grazie a google translate!
E se il genere umano non si fosse evoluto di pari passo ai modi tecnologici che ha inventato per comunicare? Se avesse gli strumenti ma non sapesse che dire? Se possedesse il come ma non il cosa?
Sarebbe quantomeno disdicevole!

Relazionarci direttamente con l'interessato può essere fonte di disagio e forse è meglio affidare la propria comunicazione ad un più generico post su Fb ad esempio, così da farla conoscere a tutti senza dire niente a nessuno in particolare. In questo modo non ci si esporrà ad un possibile confronto, le storie che ci raccontiamo su di noi e sul mondo potranno rimanere intatte e la nostra identità sarà salva.

Anch'io lo faccio. Sto sul vago con me stessa oppure me la canto e me la suono. A volte evito di guardarmi mentre mi accingo a commettere qualche cazzata, altre tesso narrazioni improbabili per sostenere l'immagine che ho di me.

Ma non distraiamoci oltre e dal dialogo interiore, torniamo a quello col Cosmo, perché anche lui vuole dirci cose, mica solo noi! Noi, interlocutori distratti, spesso neppure ci facciamo caso.
Non scoraggiamoci però, perché si possono verificare situazioni, perlopiù eccezionali, in cui i messaggi che ci manda sono inequivocabilmente chiari...alcuni addirittura ce li scrve in italiano!

Due anni fa è morto il mio ex marito.
Ero fuori dalla camera mortuaria dell'ospedale a fumare una sigaretta in compagnia dei miei figli e di qualche amico, quando dal cielo (più probabile da una finestra alcuni piani sopra di noi, ma non fossilizziamoci su questi particolari) vediamo arrivare un foglio di carta che plana dolcemente atterrando ai nostri piedi.
Questo fatto, così fuori luogo in quel momento, interruppe i nostri discorsi e mia figlia lo raccolse tra la curiosità generale.
Era la stampa di un foglio excel coi turni e le ferie degli infermieri ma nel mezzo c'erano scritte a mano in stampatello queste parole:


"Vi voglio bene".


Ricordo l'incredulita' di tutti. E i sorrisi che fiorirono, nonostante la tristezza della situazione, di fronte a quella straordinaria sincronicità.

Contenuto e forma sono le due facce di una stessa medaglia.
Se il contenuto che vogliamo trasmettere non è supportato da una forma adeguata o se al contrario, curiamo la forma senza porre attenzione al contenuto, rischiamo di non essere ascoltati,. Ma quando un contenuto, magari già di per sé importante, viene valorizzato da una forma che da colore al tutto, possono emergere intenzioni ed emozioni che il contenuto da solo non avrebbe mai recapitato. In questo caso l'atto comunicativo non è più solo un passaggio di informazioni da A a B perché si innesca un processo di scambio tra le persone.

E niente. Poi ti arriva un "Vi voglio bene" dallo spazio, proprio quando non te l'aspettavi più e quello no, non è uno scambio.
Quello, signore e signori, è poesia

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