"Lo strano percorso
di ognuno di noi
che neanche un grande libro o un grande film
potrebbero descrivere mai
per quanto è complicato
e imprevedibile........."
cantava Max Pezzali nel 2004 e se, secondo lui, neanche grandi libri e film ce la possono fare, ci riuscirò io con un racconto?
Vediamo.
Agli inizi di giugno, sull'onda dell'entusiasmo di alcune amiche che le avevano già comprate l'anno scorso, mi sono convinta ad ordinare, tramite un Gruppo di Acquisto Solidale della zona, una cassa di albicocche, a metà con Tereza.
Dopodiché non ci ho più pensato fino al momento in cui sono stata avvertita da Giulia che le albicocche, partite dalla Calabria, sarebbero arrivate da noi a giorni. "Come a giorni??? Io a giorni sarò in vacanza in Basilicata!" ho risposto, preoccupata, sia di fare in tempo a prenderle e poi doverle portare via, sia di non fare in tempo.
Cosi mentre loro viaggiavano verso di me io organizzavo una task force.
Il camion con le albicocche arrivò giovedì in tarda mattinata, il giorno prima della mia partenza.
Giulia andò a recuperare al GAS le sue, quelle di Ester e quelle mie e di Tereza. Io la raggiunsi in un posto poco lontano dal mio lavoro, durante la pausa pranzo, e mi presi quelle di Ester e quelle mie e di Tereza. Più tardi, a fine pomeriggio, mi incontrai con Ester e, brindando con un aperitivo alla riuscita della complicata organizzazione, le consegnai le sue e la parte della mia cassa destinata a Tereza, alla quale Ester l'avrebbe portata il giorno successivo.
Tornai a casa distrutta.
Vivere con uno stile sostenibile mi risultava insostenibile.
Neppure 24 ore dopo siamo partiti. Le albicocche, è più corretto dire, sono ri-partite.
Io, loro e i miei amici formavamo un'allegra compagnia che, dopo aver trascorso una notte a Benevento per spezzare il lungo viaggio verso sud, il sabato è arrivata in Basilicata.
Per tutta la vacanza ogni mattina ne mettevo diligentemente un po' in un sacchetto e le portavo con noi, in spiaggia o in giro; ma, nonostante ciò, non siamo riusciti a finirle.
Al termine della settimana la situazione era questa: i miei amici manifestavano forti segni d'insofferenza nei confronti delle albicocche, in frigo ce n'erano ancora e io non volevo buttarle.
Mi sembrava già sufficientemente bizzarro tutto il percorso che avevano fatto e forse poteva bastare ma, al momento di rifare i bagagli, incredula io stessa di fronte alla mia decisione, non me la sono sentita di abbandonarle e ho caricato in macchina, insieme alla mia roba, anche le poche albicocche rimaste.
Tezla mi prendeva in giro "Altro che km zero! Queste passeranno alla storia come le famose albicocche a km 2.500 ! ".
Io ero irremovibile: le avrei riportate indietro. Dove andavo io sarebbero venute anche loro.
Dopo una notte a Vasto e una giornata in giro per Ascoli Piceno, le albicocche reduci - che ormai chiamavo per nome una ad una - hanno raggiunto finalmente la mia cucina. Ricordo di aver deposto le ultime 5 nel portafrutta con la stessa devozione che avrei riservato a delle reliquie.
A casa c'era mia figlia. Con nonchalachance, il pomeriggio successivo, le ho consigliato "se vuoi fare merenda ci sono delle albicocche in frigo", e lei: "Le ho già mangiate tutte. Erano proprio buone!".
Ora, diciamolo, so benissimo che quello che compriamo percorre strade più o meno lunghe per arrivare fino a noi ma, almeno io, non ci penso mai. Invece, essere stata parte attiva degli ultimi 10 giorni del rocambolesco viaggio che le albicocche hanno fatto per regalare 5 minuti di delizia a mia figlia, mi ha riempito di poesia.
Spesso ci affanniamo per far andare le cose come vorremmo e quando non succede sembra sfuggirci il senso del nostro impegno. Ci scoraggiamo e ci sentiamo frustrati e delusi.
Secondo la mia esperienza, vale sempre la pena fare tutto quello che è possibile per andare verso ciò che desideriamo, poi però, quando la nostra parte di strada è finita , credo non resti altro che affidarsi a forze più grandi di noi.
L'Universo ha una sua energia ed eventi, albicocche, opportunità o persone ci trovano comunque, se "devono".
Come scrive H. Browne, "Ciò che è destinato a te troverà il modo di raggiungerti".