Nelle ultime settimane il dibattito sui vaccini è cresciuto in modo esponenziale ed incontrollato, e quello che ho sentito finora mi preoccupa non poco.
E considerato il delirio in atto, prima di continuare ci tengo a chiarire i punti essenziali da cui nascono le mie riflessioni di questi ultimi giorni:
- sono fermamente convinto che ci sia stata una malattia nuova e più pesante della media di quelle conosciute e tenute agilmente sotto controllo;
- NON sono contrario ai vaccini a priori e NON mi reputo un no-vax;
- non sono nemmeno ansioso di farmi iniettare qualcosa;
- non credo di conoscere la verità assoluta e, su questo tema, non credo la sappia veramente nessuno, nemmeno il personale medico;
- non mi va di dire al resto del mondo cosa è meglio che faccia per sé e per me, e mi piacerebbe che, pariteticamente, nessunno mi rompesse i coglioni.
Il dibattito in atto mi preoccupa per due motivi.
Il primo è che non è un dibattito, come dovrebbe essere. È una guerra morale.
Una crociata dei buoni contro i cattivi.
Naturalmente, chiunque è convinto di far parte della fazione "dei buoni". È ovvio. Sono 10.000 anni che ragioniamo così.
Quello che mi spaventa è proprio questo abbassamento del livello di normale tolleranza nei confronti dell'altro e, per di più, proprio su una cosa talmente personale e su un tema così delicato come quello di "farsi iniettare in vena qualcosa che forse ti salva, e doverlo scegliere per forza e con paura".
Sono esterrefatto dal livore che sento in giro: gente che interrompe amicizie decennali "perché l'altro ha fatto una scelta diversa dalla mia"; attacchi verbali a persone mai viste prima perché si sono vaccinate o hanno deciso di farlo; famiglie ai ferri corti in modi che nemmeno la più complicata eredità avrebbe potuto creare; e via dicendo.
Quello che mi fa impressione è che questa cosa stia raggiungendo livelli di massa, che stanno spaccando la popolazione di un paese per litigare su una tematica su cui - ragazzi, diciamocelo, dài.... - pochissimi di noi sanno pochissimo, e gli altri non sanno o hanno capito quasi un cazzo, se non quello che hanno sentito sbraitare da qualcun altro a cui hanno deciso di credere per fede, o perché l'ha ripetuto fino allo sfinimento.
E questo - ci tengo a sottolinearlo in quanto parte strutturale del clima ridicolo e fanfarone - da entrambe le parti.
In un momento storico in cui le percentuali declamate dai mass-media (e secondo me, molte volte, sparate a cazzo o opportunamente falsate) hanno invaso le nostre vite, io vorrei conoscerne una in particolare: vorrei sapere qual'è la percentuale di noi che ha studiato PERSONALMENTE - anche solo da profano e a livello hobbistico, mi basterebbe - i trattati medici su:
- vaccini
- sperimentazioni sui vaccini
- dibattiti scientifici sul tema
Ciò nonostante, in un clima schizzato e iperemotivo durato su tutto il pianeta per diciotto mesi, e con una confusione di informazioni contraddittorie, poco verificate sia dai profani che dagli stessi giornalisti, e funzionali più a mantenere l'attenzione sui media che non a creare vera consapevolezza sul problema, una buona parte di individui (su una sponda e sull'altra) hanno scelto di essere sicuri che la loro posizione era
- la migliore in assoluto;
- la migliore per tutti.
Cosa dire di posizioni personali così presuntuose e sclerotizzate?
Forse, "Chapeau".
La dimostrazione per me più palese, che la convinzione generale sui vaccini sia molto bassa rispetto al numero di persone che hanno scelto questa via, e che quindi per molti si tratti più di un "plagio di Stato" che non di opinione personale, la trovo nel fatto che molte delle persone che hanno scelto la strada del vaccino, e che quindi dovrebbero finalmente aver trovato un attimo di tregua emotiva nel delirio di questi mesi pieni di informative su "quanti morti ci sono stati oggi - il prossimo potresti essere tu", in realtà, sono spesso i più livorosi.
Ma come?...
Logica vorrebbe che, se hai fatto il vaccino, tu ti senta molto più tranquillo di non ammalarti (o perlomeno di avere effetti molto meno gravi, come dicono per televisione)... In una tale situazione, mi aspetterei di più un approccio del tipo "Mo' so' cazzi vostri...".
Invece mi sembra che spesso il contenuto tra le righe delle risposte di questi individui sia (quando va bene) un acido "Se l'ho fatto io, perdio, adesso lo devi fare anche tu...!"
Certo, se chiedi il perché di questa modalità, ti verrà risposto che "Questa è l'unica maniera di debellare la pandemia, e tornare a vivere e lavorare."
Ma ho l'impressione che non sia questa la verità profonda che sta sotto a quella rabbia.
Ho più l'impressione che sia qualcosa legato alla pressione che il martellamento mediatico sia riuscito a creare: l'effetto finale della strategia "prima ti terrorizzo, perché ho gli ospedali pieni dopo i tagli alla Sanità e non so cosa fare, e poi anche perché così ti tengo d'occhio; poi ti dò una via d'uscita strettissima, così non puoi fare a meno di prenderla di corsa e senza pensare troppo".
È chiaro che una scelta fatta, più o meno consciamente, in un ambiente di questo tipo, non può far altro che generare quella rabbia che - qualsiasi psicologo alle prime armi potrà confermarvelo - è la lapide che usiamo per tombare la nostra paura.
Ed è altrettanto chiaro che poi, quella rabbia da qualche parte la devi mettere... Mica te la puoi tenere dentro per molto tempo...
Ecco, temo che la riposta profonda delle persone di cui sopra potrebbe essere una sorta di "Vorrai mica che pensi che quello che passi su televisione e giornali non sia del tutto vero? Sai quanto mi costerebbe togliermi questa 'coperta di Linus'?... Molto meglio far parte dei 'vincitori', anche se a denti stretti, e prendermela con quelli che provano a farmi venire il dubbio che esista un'alternativa che io, e tutti quelli che mi stimano solo se mi comporto e penso come loro, non abbiam considerato e preso."
"Meglio hater che solo."
L'altra fazione è quella dei "Guai a te se fai il vaccino perché tradisci la causa".
Ma qual'è la "causa"?
Ma la causa "di chi"?
Siccome senti di avere una "causa", la devo avere anch'io?
Dobbiamo essere tutti no-vax?
Non ci ribelliamo abbastanza al sistema che ci opprime?
Se uno crede nella scienza è automaticamente un povero illuso?
Forse che la storia ci insegna che la scienza ha sempre avuto torto mentre le notizie sentite in giro eran sempre vere?
Ti senti uno di quelli che non crede nella educazione/comunicazione/soluzione di Stato e vuoi che venga rispettato il tuo diritto di scegliere in libertà?
E allora perché attacchi qualcuno che la pensa diversamente da te?
Non stai combattendo anche per il suo, di diritto?
Quelli che si vaccinano hanno la scusa che, "Se non ti vaccini anche tu, PER COLPA TUA la malattia va avanti e non se ne uscirà mai".
Ma il no-vax che scusa ha per manifestare questa rabbia furiosa? Se uno si vaccina, gli attacca qualcosa che, con ogni probabilità, lui non abbia già addosso?
Gli attacca il vaccino?...
Mi si potrebbe obiettare che ci sono teorie - e non mi sognerei nè di sostenerle né di confutarle, perché sono ignorante in materia - secondo le quali alcune versioni del vaccino ti iniettano anche il virus, che dovrebbe essere depotenziato ma non sempre lo è del tutto. Ma vorrei chiedere a costoro: "Davvero tu, no-vax convinto, che ti batti per il tuo diritto di non essere obbligato a farti iniettare in vena qualcosa in cui non credi, anziché dibattere dati alla mano e compassione nel cuore, vuoi mettere a quella stessa gogna preparata per te uno che ha scelto di utilizzare il suo diritto di farsi iniettare quel bel cazzo che gli pare, perché lui ci crede? E allora quale sarebbe, sul piano umano, la differenza di consapevolezza di cui ti vanti?"
L'ultimo episodio di cui sono giunto a conoscenza, capitato ad alcune amiche, è stato quello di una persona che, mai vista prima e ultima arrivata in un gruppo che l'ha accolta, ha inveito contro una delle altre partecipanti, vaccinata, offendendola e dichiarandole che a causa di quella vaccinazione sarebbe morta dopo due anni.
Ora... Voglio dire...
Ammettiamo pure che sia vero, che i vaccini rappresentino la produzione malefica di un gotha di potenti che vogliono dominare il mondo e che in essi sia presente un qualche composto programmato per ucciderti (chi sono io per dire che in assoluto non può essere vero?)... Ma tu, che conosci questa informazione occulta, vai da una persona mai vista prima, la offendi e poi glielo dici così?
A te andrebbe bene che una verità tanto tremenda ti venisse comunicata allo stesso modo?
È per il suo bene che gliel'hai detto?
Davvero?
Sul serio, così facendo, senti di aver adempiuto alla tua opera riformatrice della società?
Sei la persona che vorresti incontrare in quel nuovo mondo che dici di voler costruire?
Davvero credi (e davvero credono i tuoi compagni di battaglia) di rendere onore in questo modo alla vostra causa?
Non potremmo pensare che anche tu abbia scelto di aver fede in "una cosa sentita da qualcuno sul web" di cui tu, personalmente, hai verificato poco o niente?
Che potrebbe anche esser vera... chi lo sa... ma da lì ad insultare qualcuno perché non lo sapeva o perché ha scelto di non credere allo stesso poadcast che hai ascoltato tu... Secondo me dovrebbe passare più spazio e tempo, per pensare, ascoltarsi e decidere cosa dire, qualunque cosa si creda.
Potrebbe essere una china soltanto molto triste, questa su cui stiamo rotolando tutti quanti. Invece temo che stia diventando anche molto pericolosa per la società e per quel mondo che diciamo di voler creare e che invece stiamo minando come un ponte durante una ritirata, per tagliar fuori quelli che potrebbero ricordarci quei dubbi che abbiamo deciso di seppellire pur di sentire di "appartenere sicuramente al giusto".
Ecco. L'insieme di queste due fazioni potrebbe esser definito - per usare una dizione che va di moda - "L'esercito dei no-pax".
Per fortuna, molto più in sordina - perché non sono mai la tolleranza e l'equilibrio ad alzar la voce - si sta creando anche un terzo polo, di cui mi vanto di far parte. È il polo di quelli che, accettando serenamente che la confusione regni sovrana, seguono la filosofia del "Quel che scelgo io son fatti miei, e quello che scegli tu son fatti tuoi. E questa cosa non deve incidere sui nostri rapporti personali, come non vogliamo che su di essi incida il colore della nostra pelle, o la nostra convinzione politica, o i nostri gusti sessuali, o quanti soldi abbiamo in banca".
Una giovane amica, che ha deciso di non farsi vaccinare ma senza assolutamente pensare di star combattendo qualche battaglia, mi ha raccontato che un suo familiare, convintamente no-vax, cercava di convincerla a sentire di essere un'ignava per via del suo non sposare nessuna causa. Le ho fatto i complimenti e l'ho sostenuta in questa sua posizione, non tanto di non-scelta di un campo ma di creazione di un terzo luogo, una posizione in cui possano ritrovarsi quegli individui che cercano di capire cosa stia succedendo, e che sanno che potrebbero non riuscirci ma che sono comunque convinti di non dover fare per forza una scelta a cazzo tra le due proposte, solo perché così han fatto i loro conoscenti, e men che meno di doversi schierare moralmente e personalmente e tirare righe per terra, dicendo a qualcuno "Scusa ma io sto di qua e tu, in ragione della tua scelta, d'ora in avanti stai di là. E io ripudio la nostra amicizia e tutto quello che c'è stato e c'è tra di noi, fino a che non cambierai idea.", come facevano nel 1300.
Se proprio guerra dev'essere, questo è l'esercito di cui voglio far parte. E ribelli e benpensanti dell'ultim'ora mi diano pure dell'ignavo.
Ecco, io la vedo così: in un contesto come quello attuale, solo un rincoglionito mononeuronale - di qualsiasi gruppo abbia scelto di far parte - può erigersi a profeta di ciò che va fatto e sentirsi convinto di farlo e dirlo "per il bene di tutti". Soprattutto poi se la sua sicurezza profonda (e ognuno si guardi bene le origini della propria) ha radici nell'assioma "...perché l'han detto per televisione / sul web."
La seconda cosa che mi spaventa - forse anche di più, perché maggiormente occulta e vigliacca - è che sia lo Stato a fomentare questa medievale spartizione della società tra buoni e cattivi.
Lo Stato, che come sua mission principale dovrebbe avere quella di ascoltare le istanze di ognuno e proteggere i diritti di tutti - soprattutto se dichiarati esplicitamente nella Costituzione, che è la legge che LUI ha scelto di darsi - proprio lui, sceglie di comportarsi come un blogger bulletto e riempire di "like" una corrente e fare hating sull'altra, chiedendo ai social di oscurare le pagine di Tizio e alle televisioni di ridicolizzare Caio.
E la cosa tragica è che ci riesce alla grande!
Nel Medioevo gli stessi generali e regnanti gridavano "Dagli all'infedele!". Adesso invece, in un clima di finto fair-play (a questo punto, è stata molto più coerente la squadra di calcio inglese alla finale degli Europei...), dopo aver ostracizzato dai canali di comunicazione principali chiunque non sostenesse le tesi di Stato, si suggerisce bigottamente che "Figliolo, la nostra soluzione è chiaramente la più ovvia e l'unica applicabile... Tu sei nel giusto, convinci anche i tuoi fratelli che vivono nella perdizione...", lasciando furbescamente al pubblico di facinorosi, terrorizzati e inconsapevoli, il compito di fare il resto e punire gli eretici.
Un'interessante arma che vedo usare in giro dai fanatici istituzionali è quella di dichiarare "complottista" chiunque non creda a tutto quello che è stato detto in un anno e mezzo. Un po' come quando si definivan automaticamente "streghe" tutte quelle che usavano radici per far passare il raffreddore, o "comunisti" tutti quelli che non salutavano romanamente a breccio teso.
Così, secondo questa tesi, si posson mettere sullo stesso piatto della bilancia qualche migliaio di visionari che hanno bisogno di credere che la Terra sia piatta (e se ne hanno bisogno, avranno le loro motivazioni) e qualche decina di milioni di persone su settanta che abitano il paese.
Tutti complottisti.
Non vaccinato = no-vax = complottista = rincoglionito visionario.
D'altronde, fare politica cercando scuse per sputtanare l'avversario con verità false o fuorvianti, è sempre stato il cavallo di battaglia di chi aveva poche idee di cui fregiarsi...
E a nessuno - qualsiasi posizione abbia scelto - viene il dubbio che ci sia qualcosa di strano nella modalità che viene usata dal Governo? Intendiamoci bene: anche supponendo che il Governo sia convinto in buona fede di star facendo il meglio per il paese...
Davvero lo pensiamo tutti?
Davvero siamo d'accordo con l'ostracizzazione dai mass media della minoranza di pensiero differente? Anche se sono migliaia di dottori e scienziati?
E a te, a cui ora la cosa non tocca perché hai il green pass, andrà bene così anche quando sarai tu a far parte di qualche minoranza? O tuo figlio?
Davvero?
In realtà, non è nemmeno il caso di continuare questo discorso. Voglio pensare che qualsiasi persona di buon senso potrebbe riconoscerne l'universalità almeno dei principi, qualunque sia la sua opinione sul Covid 19 o sui vaccini che, ovviamente, non rappresentano i veri problemi.
Non sono veramente convinto nemmeno che il problema sia di tolleranza e libertà. Forse è più un problema di padronanza profonda della propria scelta.
In effetti, puoi essere veramente tollerante solo quando senti di essere pienamente libero; e quando fai una scelta in totale libertà, sei contento che gli altri facciano lo stesso, anche se scelgono qualcosa di diverso da ciò che hai scelto tu.
Ho come l'impressione che pochissimi, tra coloro che hanno fatto una scelta, l'abbiano fatta in piena libertà.
Sono convinto che molti abbiano fatto la scelta che volevano fare, eh...? Ma ho la sensazione che nemmeno questi si sentano veramente liberi di averla fatta.
Solo così mi spiego la quantità di rabbia che sento circolare per le strade.
Temo che il nocciolo stia nell'essere stati bombardati da una voce monocorde, apparentemente accorata ma più spesso inutilmente tediosa e malaugurante (avete presente la "nonna stronza"? Quella che dice di spiegarti le cose per il tuo bene ma hai la sensazione che cerchi solo di giustificare sé stessa?), che abbia diffuso un messaggio di paura e di colpa, veicolando una tensione latente e strisciante che ha distorto il pensiero anche di quelli di noi che, in una condizione di semplice libertà di pensiero, avrebbero avuto già le idee chiare e senza bisogno di imporle a nessuno.
Quello che penso veramente, è che ognuna delle due scelte - vaccinarsi o non farlo - non viene fatta per il desiderio di star meglio, ma per la paura di star peggio.
E adesso anche per la paura di esser additati dal vicino di casa.
E anziché accusare l'altro di essere un coglione, forse potremmo ricordarci che la paura che l'ha condotto a quella scelta è la stessa che conduce noi alla nostra. E che, nella misura in cui scegliamo di entrare nella disputa che ci hanno preparato, sposando una di quelle cause e imprecando contro l'altra, la direzione che stiamo contribuendo a dare al pianeta - sia come singoli che come società - NON È QUELLA che lo porterà ad essere il mondo che speravamo.
Tezla